Cosa succede quando inserisci un drago transgenico (e translucido) nel contesto urbano del XXI secolo, lo affidi alle cure di un’ignara 20enne e gli metti contro una sofisticata organizzazione criminale, abilmente mascherata da centro di ricerche scientifiche di ultimissima generazione? Facile: stai leggendo Eleinda – Una leggenda dal futuro, di Valentina Bellettini!
TRAMA ED INTRECCIO NARRATIVO
Milano. Lo so, è la città più grigia e triste d’Italia (ecco, questo è il momento esatto in cui perdiamo 749 fan stipati sotto la Madunina), ma è dove le vicende di Eleinda si svolgono. Almeno all’inizio…
Eleonora Giusti è una giovane idealista, amante della natura e delle sue creature. Non a caso si è iscritta alla facoltà di veterinaria, non a caso, repelle con tutta se stessa le ultime contaminazioni tecnologiche e gli aborti prodotti dalla European Technology, azienda che produce ibridi bio-meccanici per facilitare agli esseri umani il trascorrere di una vita piacevole e spensierata. Dagli animaletti domestici, ai surrogati sessuali, venghino siori, che ce n’è per tutti i gusti.
Tra le sue mani di ribelle – continuiamo a ripetere, forse non a caso – un giorno capita un esserino sconosciuto, trafugato dagli uffici della E.T. dal suo coinquilino, Davide, un metrosexual allampadato che cerca spudoratamente di broccolarsela ed entrare con arroganza nelle sue grazie come può. Sì, tutte le sue grazie. Davide lavora alla malefica ditta, quindi portare via un’incubatrice contenente un “migliore amico”, uno degli ibridi di cui sopra, non è stato certo un problema. Se non fosse che commette un errore catastrofico, e quello che porta via non sarà un pet semi-robotico con finalità puccio-ricreative.
Dal momento della “schiusa”, Eleonora e il suo piccolo animaletto intrecceranno un rapporto indissolubile, grazie ad un imprinting immediato che li porterà ad essere sempre più in simbiosi e a fidarsi l’uno dell’altra. Perché Indaco crescerà, risveglierà la sua coscienza ancestrale di drago e i due, braccati come due criminali, si ritroveranno a fuggire per il mondo, cercando di fare luce sulle origini dello scaglioso compagno della protagonista. Dall’Etna, al deserto del Sahara, passando per Capo Verde e la Cina, barcamenandosi tra una leggenda del passato e un’altra, potranno contare soltanto su loro stessi, e sulla loro crescente fusione, mentale e spirituale, che li porterà ad essere un tutt’uno, il leggendario guerriero, Eleinda. Fino alla missione finale, fino a scongiurare l’Apocalisse.
Ah, aspettate, ho forse detto drago? Ma drago drago, di quelli con le corna e le ali? Aye, isolani. Occhio che spara fuoco. E fulmini!
STILE DELL’AUTRICE E COMMENTO PERSONALE
Eleinda – Una leggenda dal Futuro scorre bene, si lascia leggere fino alla fine, non c’è dubbio. Valentina Bellettini ha il merito di non perdersi in arzigogolati tecnicismi stilistici, ma di puntare dritto al sodo della narrazione, snocciolando le vicende di Eleonora e Indaco senza un attimo di tregua, da continente a continente, da nemico a nemico. Il fluire dei pensieri della protagonista e i suoi svariati stati emotivi più e più volte si intrecceranno con quelli del suo drago, con il quale condivide uno speciale legame empatico, fatto di sguardi infiniti e profonde riflessioni sull’amore, la voglia di salvaguardare l’ambiente, la ricerca di un’anima gemella e di trovare un pezzettino di mondo a propria immagine e somiglianza.
Eleonora e Indaco sono due figure complementari, due disadattati che si fanno forza per andare avanti in una realtà nella quale inevitabilmente non si identificano. Il doppio fil rouge che lega i protagonisti del libro, con la loro approfondita introspezione, assieme all’interessante messaggio etico fortemente spinto dall’autrice – gli esseri da laboratorio vanno considerati al pari delle altre “creature di Dio”, o meri esperimenti artificiali? – rimane, certamente, il punto di forza ed il maggior pregio di questo libro. Tuttavia, a mio avviso, finisce per rivelarsi fatalmente come una lama a doppio taglio.
Non me ne voglia Valentina, non me ne vogliano i suoi più affezionati scrittori. L’impressione che ho avuto, leggendo Eleinda, è stata quella di tante, buone idee, forse così tante da flluire al di fuori della mente della scrittrice a cascata, in maniera repentina e impulsiva. Il concatenarsi degli eventi è così fitto da farsi a volte confusionario, e la struttura dei capitoli, non di rado, mi ha ricordato i livelli di un videogame action a stampo urban fantasy, con prova da superare/nemici da sconfiggere, fino al mega boss finale, di cui ovviamente non sto a spoilerarvi niente. È un peccato, perché l’aver posto la coppia ragazza-drago come perno centrale dell’intreccio, e la ricerca ansiogena e spasmodica per i poteri draconici sparsi per i cinque continenti mettono in secondo piano i comprimari della scena che, per il più delle volte, passano come semplici comparse, funzionali alla sequenza narrativa richiesta, o si riducono a sagome stereotipate, dottor Brandi in primis, quando avrei gradito non poco un ulteriore approfondimento degli stessi.
Se siete alla ricerca di un romanzo leggero, che vi tenga impegnati per qualche pomeriggio, con Eleinda andrete sul sicuro. C’è abbastanza, molto da intrattenervi, senza alcuna pretesa.
All’autrice, che comunque reputo promettente, posso solo, in vista di un possibile sequel (o prequel), fare i miei più calorosi incoraggiamenti, per continuare a perfezionarsi sul sentiero che sta tracciando. Ad maiora!
Useful links: sito ufficiale dell’autrice; pagina Facebook di Eleinda – Una leggenda dal futuro.