« In questo abisso selvaggio,
Il grembo della natura e forse la sua tomba,
Né di mare, né terra, né aria, né fuoco,
Ma tutti questi al concepimento mischiati
Confusamente, e quindi sempre in conflitto,
Finché il creatore onnipotente ordini loro
Da queste oscure materie di creare altri mondi,
In questo abisso selvaggio il cauto demonio
Sta ai margini dell’inferno e intanto osserva,
Ponderando la sua traversata… »
I versi che leggete qua sopra sono di John Milton (Paradiso Perduto), ed è proprio da questi che Philip Pullman ha tratto ispirazione per la trilogia letteraria Queste oscure materie. Il primo libro, La bussola d’oro, risale al 1995, seguito da La lama sottile nel 1997 e da Il cannocchiale d’ambra nel 2000.
Stiamo parlando di una saga fantasy dal respiro epico e misterioso, ambientata in un universo in cui mondi paralleli da sempre separati giungono a sfiorarsi, e tutto grazie a una bambina e il suo daimon, un animaletto da compagnia che è espressione della sua anima. Questi tre volumi affrontano, infatti, aspetti spirituali e religiosi tra cui il peccato primordiale e l’anima, argomenti che non hanno tardato a renderli in qualche modo oggetto di linciaggio mediatico da parte di alcuni gruppi cristiani che non hanno potuto fare a meno di inveire contro Pullman, accusandolo di aver voluto scrivere dei romanzi apertamente anti-cristiani. E c’è qualcuno che ha anche pensato che la saga non fosse altro che una botta e risposta a Le cronache di Narnia di Lewis, decisamente più vicina ad argomentazioni cristiane.
Quella di Queste oscure materie, insomma, è una storia abbastanza tribolata. Se non avete letto i libri, avrete certamente visto o sentito parlare del film tratto dal primo romanzo, cioè La bussola d’oro (2006), diretto da Chris Weitz e con Daniel Craig, Nicole Kidman, Dakota Blue Richards, Christopher Lee ed Eva Green. Una pellicola passata in sordina per tutta una serie di vicissitudini (di cui vi abbiamo parlato in maniera approfondita già in questo articolo), tra le quali gli incassi al di sotto delle aspettative, le troppe critiche da parte della Chiesa, e un generale malcontento dei fan dell’opera originale, che hanno visto una sorta di svilimento nel modo in cui sono stati trasposti certi argomenti. E così il seguito è stato cassato, gettato nel dimenticatoio assieme ad altre operette fantasy di cui oggi ricordiamo a stento i nomi. E dire che in fondo, se non fosse stato per quel finale tagliato con l’accetta, la produzione avrebbe meritato qualcosa di più.
Ma gli appassionati mantengono ancora viva la speranza di poter assistere a una degna trasposizione, soprattutto dopo l’annuncio risalente al 2016 riguardante gli inizi della lavorazione di una serie tv basata sulla saga.
Mentre sul versante televisivo, però, a oggi non ci sono state novità rilevanti, qualcosa si è mosso su quello letterario, perché Pullman ha svelato di aver intenzione di pubblicazione una nuova trilogia, a partire da questo ottobre. Si chiamerà Il libro della polvere e, come vi abbiamo annunciato qua, non sarà un vero e proprio sequel, ma una nuova storia parallela alla prima. Lyra verrà mantenuta come personaggio chiave, ma osserveremo gli eventi accaduti prima de La bussola d’ora e dopo Il cannocchiale d’ambra, affrontando dunque notevoli balzi temporali.
“È la Polvere ciò che voglio realmente esplorare in questo nuovo lavoro, la sua natura, la coscienza e cosa significhi essere un umano. […] Quando ho iniziato questo lavoro, mi sono reso conto che si trattava di una storia molto ampia, ho percepito la presenza di un qualcosa che non era stato ancora raccontato… mi sono avvicinato, ci ho pensato sopra, ci ho vissuto per un po’ e mi sono accorto che sì, era una storia più grande, e meritava di essere raccontata.”
L’annuncio ufficiale giunge come una lieta novella alle orecchie dei fan che tanto a lungo hanno atteso questo momento. Forse questo ritorno spianerà con maggiore facilità la strada alla trasposizione televisiva, possibilmente scevra da condizionamenti religiosi di alcun tipo. O forse questo è già avvenuto in un mondo parallelo e non saremo noi i fortunati a poter assistere a cotanta apertura mentale.
Di certo la storia di quest’opera può farci riflettere su come la nostra realtà, a volte, possa nascondere aspetti tanto fantasiosi da essere indistinguibile da un mondo immaginario: enti ecclesiastici a capo di nazioni, segreti messi a tacere, scienza e tecnologia riservata a pochi, giustificazioni spirituali a fenomeni fisici… questi sono solo alcuni dei temi che Pullman ha preso in prestito dal nostro mondo per creare il suo.
Che dire, speriamo sappia continuare a stupirci.
–Andrea Carbone–
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