Quando pensiamo a un libro fantasy, ci viene sempre in mente un grosso tomo con le sue 500 pagine minimo, magari rilegato con le borchie. E dentro non può mancare una mappa, magari pieghevole, dell’universo in cui è ambientata la storia. Per questo, trovandosi in mano l’antologia di Antonella Mecenero, con le sue circa 130 pagine di racconti, qualcuno potrebbe restare deluso. Eppure ciò che conta di un libro è il contenuto (a meno che non siate come Rat-Man che leggeva solo le copertine…), e vi posso assicurare che in questo libro, di contenuto, ce n’è davvero tanto.
“La Spada, il Cuore, lo Zaffiro” è una nuova pubblicazione di Rill, alias Riflessi di Luce Lunare. Se seguite la scena editoriale italiana, dovreste aver già sentito questo nome: si tratta di un’associazione che organizza uno dei più famosi concorsi per racconti brevi a tema fantastico in Italia (di cui abbiamo, tra l’altro, più volte parlato anche noi in passato). Dal 2011 ha intrapreso una nuova iniziativa: pubblicare antologie personali degli scrittori “top”, ovvero quelli che hanno vinto più di un’edizione del concorso. “La Spada, il Cuore, lo Zaffiro” fa proprio parte di questa iniziativa.
Il libro della Mecenero (che, lo specifico, ha comunque all’attivo anche altre pubblicazioni) di fatto è diviso in due parti. La prima consiste di sette racconti a tema fantastico, ma davvero piuttosto eterogenei: ci sono storie-paradosso infarcite di filosofia greca, racconti di vendetta e giustizia in medioevi da fiaba, e fantasmi eticamente discutibili che infestano case di studentesse. Va notato che l’autrice sembra padrona della tipologia “racconto”, che molti suoi colleghi – anche esperti nel romanzo – non sanno invece gestire.
Il settimo racconto, “La recluta muta”, apre poi finalmente la strada alla seconda parte del libro. Dico finalmente perché, anche se tutti più o meno piacevoli, i racconti della prima parte non reggono il confronto con quelli della seconda. A inaugurare questa sezione c’è una mappa (piccola, non pieghevole, ma pur sempre una mappa): qui, infatti, iniziano le storie ambientate nel Leynlared, tutte legate tra loro.
Possiamo anche dire che “La recluta muta” e i seguenti tre racconti ricadano un po’ fuori dal concetto di antologia: sono, infatti, tre momenti diversi della vita (e del regno) di Amrod Asfalod, Leylord (ovvero sovrano) del Leynlared. Questi sono il vero cuore narrativo del volume: sembra quasi di leggere una di quelle saghe come I Pilastri della Terra di Ken Follett o, per scomodare nomi più altisonanti, I Buddenbrook di Thomas Mann, dove ogni capitolo riguarda una fase storica, con salti anche di molti anni tra l’uno e l’altro.
Il mondo fantastico del Leynlared è uno di quelli piuttosto vaghi: per sua stessa ammissione, la Mecenero preferisce concentrarsi sui personaggi che non sui dettagli più o meno verosimili dell’ambientazione. Una svolta che trovo piacevole, specie in un panorama fantasy italiano con una tendenza verso l’infodump, ovvero quell’abitudine a fornire una caterva di informazioni spesso piuttosto irrilevanti.
Non si può poi fare a meno di parlare del protagonista di questi racconti, Amrod. Il giovane principe potrebbe essere un protagonista come molti, se non fosse per un piccolo dettaglio: è un “amante d’uomini“, come viene descritto nei racconti, o per usare un termine più attuale, un omosessuale. Cambiando un semplice dettaglio come l’orientamento sessuale del protagonista, l’autrice riesce a creare in un batter d’occhio una trama per tre racconti, e un filo conduttore che li attraversa, il quale ci dà modo di osservare un personaggio in tre diversi momenti della sua vita, ognuno caratterizzato dalle proprie sfide.
Chiude il volume un’intervista all’autrice, un simpatico valore aggiunto. Infine, è da considerare positivamente anche il prezzo di copertina, “leggero” come il libro stesso: 10 Euro, onesto, specialmente per produzioni con tirature non proprio ciclopiche.
A libro chiuso, tuttavia, devo ammettere di aver provato una specie di senso di insoddisfazione (tipo quando sprechi quell’incantesimo di decimo livello…). Con tutto il rispetto per i racconti della prima parte, ho desiderato che tutto il libro fosse dedicato al mondo fantastico del Leynlared. Magari non completamente incentrato sulla figura di Amrod, ma sarebbe stato bello se le precedenti storie si fossero inserite in quella cornice, creando così non solo un’antologia monografica, ma anche una sorta di “romanzo in forma di racconto” sullo stile dei primi libri di Andrzej Sapkowski con protagonista Geralt di Rivia (“Il guardiano degli innocenti” e “La spada del destino”, per capirci). Lì proprio avrei gridato al miracolo editoriale.
Peccato, ma su Isola Illyon viviamo di ottimismo, e chissà cosa ci regalerà l’autrice negli anni a venire!
Se volete acquistare il libro, potete farlo da qui.
–Daniele Gabrielli–
‘La Spada, il Cuore, lo Zaffiro’ di A. Mecenero – Recensione
Daniele Gabrielli
- Ottimo stile narrativo;
- Si percepisce una capacità di innovazione nel genere;
- L'autrice è brava nello scrivere racconti brevi;
- Qualche racconto è più debole degli altri;
- Sarebbe stato meglio se tutte le storie fossero state dedicate al Leynlared;