Il Pastafarianesimo è qualcosa di cui abbiamo sentito parlare un po’ tutti. Fanno eccezione quelli che hanno vissuto in una grotta negli ultimi vent’anni e quelli con una vita vera. Se appartenete alla seconda categoria, mi fate ribrezzo. Se appartenete alla prima, siete scusati solo se la vostra grotta non era coperta dalla fibra ottica.
L’uomo della strada (virtuale) sa del Pastafarianesimo più o meno questo – posso dirlo con sicurezza perché è più o meno quello che ne sapevo io fino a ieri: è una religione farlocca che adora un’entità chiamata Mostro degli Spaghetti Volante, e serve a sfottere le religioni ufficiali. Stop.
In realtà c’è molto di più! Per esempio, lo sapevate che per il Pastafarianesimo i pirati sono entità semi-divine, oltre che i primi pastafariani? O che la fede pastafariana ha una propria versione dei dieci comandamenti cristiani, gli otto Preferirei Davvero Che Tu Non (alias condimenti), fra cui “Preferirei davvero che tu non usassi la mia esistenza come scusa per opprimere, soggiogare, punire, sventrare e – bé, insomma, hai capito no? – essere poco carino con gli altri. Non mi servono sacrifici e la purezza va bene per l’acqua, non per le persone”?
Già dall’ultimo condimento si può intuire quale sia il senso del Pastafarianesimo, o quantomeno che cosa avesse in mente Bobby Henderson quando, nel 2005, lo descrisse in una lettera di protesta al consiglio per l’istruzione del Kansas (che aveva appena approvato l’insegnamento del creazionismo come alternativa all’evoluzionismo).
Proprio la matrice “provocatoria” di questo fenomeno lo porta ad essere inquadrato come movimento sociale o filosofia più che come vera religione. Una “mockery”, una presa in giro delle religioni ufficiali, buona giusto per metterne in luce le contraddizioni ma priva della dignità di religione vera e propria.
Bé, non tutti i pastafariani sono d’accordo. Anzi, diciamo pure che se chiedete ad un pastafariano se la sua è una vera religione, vi guarderà con la stessa perplessità che potrebbero avere un cattolico o un induista. La difesa della “genuinità” del Pastafarianesimo come religione è uno dei capisaldi degli attivisti pastafariani, e se ne ritrova traccia in più di un’iniziativa, la più comune delle quali è la pretesa dei fedeli di farsi le foto della patente con lo scolapasta in testa (berretto espressione di appartenenza religiosa al pari di una Kippah).
Insomma, dopo tutto questo è lecita la domanda: ma i pastafariani ci sono o ci fanno? Informarsi con Google non basta, per capirlo. Per questo ho contattato la Chiesa Pastafariana Italiana, il movimento di riferimento principale qui in Italia, e ho ottenuto un’intervista con un alto prelato – il Frescovo della pannocchia di Padova. La chiacchierata con Giacomo Paselli, che oltre ad essere un religioso è anche un cantante lirico, è stata illuminante. Anche perché ho scoperto che, dalla struttura che ha, la Chiesa Pastafariana Italiana è quasi sicuramente una copertura dei clan di Vampire: The Masquerade.
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Ciao Giacomo! Mi spieghi un po’ che cos’è la Chiesa Pastafariana Italiana? Come sei diventato Frescovo?
Ciao a tutti! Siamo un’associazione religiosa che raccoglie il maggior numero di iscritti ed attivisti Pastafariani in Italia. Ci siamo fonduti tre anni fa per esigenze burocratiche, per poterci relazionare con le istituzioni. Ai vertici ci sono il Presidente e il Pappa, sotto di loro il Concistorio (composto dai Padri Fondutori) [n.d.a. È IL CONCILIO DEGLI ANZIANI, GENTE, VAMPIRI CONFIRMED] e sotto ancora il Conclave, composto dai Frescovi delle varie pannocchie. La mia elezione a Frescovo è avvenuta da parte del Conclave, che mi ha contattato dopo che avevo organizzato un evento pastafariano qui a Padova. Ma comunque non siamo l’unica realtà, la galassia del Pastafarianesimo è estremamente variegata: solo in Italia ci sono almeno sette od otto chiese scismatiche.
Quindi voi siete i “pastafariani ufficiali”? Gli scismatici sciiti, voi sunniti?
Assolutamente no. Il Pastafarianesimo rifiuta il dogma e il conflitto: lo scisma nasce dalla semplice volontà di portare avanti idee diverse, ma non rende gli scismatici meno Pastafariani. È una cosa naturale e la viviamo con molta serenità.
In che senso portare avanti idee diverse? Che obiettivi vi ponete, esattamente?
La battaglia del Pastafarianesimo è una battaglia di libertà. Il nostro “nemico”, se così si può dire, è la discriminazione, e la nostra religione esiste per metterla allo scoperto e combatterla. Discriminazione che spesso è causata proprio dall’ingerenza della morale religiosa nella vita politica. Ho tanti amici omosessuali sposati con rito Pastafariano; in Siria ed in Russia esistono tanti ragazzi Pastafariani che vivono situazioni di limitazione della libertà ancora più gravi. Gente di cui ho il massimo rispetto, che è Pastafariana prima di tutto perché contro queste situazioni ci lotta quotidianamente.
Ok, ma da quello che ho capito ci tenete molto ad essere riconosciuti come una religione ufficiale. Non è un po’ una contraddizione? Contestate il ruolo della religione nella vita politica, la dimensione “pubblica” della religione, e poi volete essere riconosciuti anche voi come religione ufficiale?
Il senso del Pastafarianesimo è proprio questo. Se lo Stato può riconoscere il Cattolicesimo, averci relazioni istituzionali ed esserne influenzato, allora può fare tutto questo anche con il Pastafarianesimo. Le differenze fra le due religioni sono inesistenti, da questo punto di vista. E se qualcuno trova assurdo che possa succedere con il Pastafarianesimo, forse si arriverà a capire che l’assurdità è che possa succedere con qualunque religione.
Insomma è una sorta di cammino progressivo? Raggiungere l’equidistanza dallo Stato al pari di qualunque altra religione e da lì arrivare a far capire che nessuna religione dovrebbe essere in una certa “posizione” di potere?
In un certo senso sì. Come Pastafariani vogliamo che la vita delle persone non sia influenzata dalle convinzioni morali di qualcuno. Poi nella sfera civile, di impegno e attivismo, la religione è una cosa bellissima e fa tanto di buono. Ma la sfera politica è un altro paio di maniche.
No, perché qualcuno ha insinuato che tutta questa battaglia per il riconoscimento da parte delle autorità sia essenzialmente per accedere ai soldi dell’8 per mille…
E perché no? Uno dei nostri condimenti ci invita a non costruire chiese, ma piuttosto a pagare le pay tv. Se verremo riconosciuti, agiremo in linea con questi condimenti: i tesserati pastafariani potranno guardare Sky con i soldi dell’8 per mille. Se avanza qualcosa, ospedali. Altre religioni hanno altri dogmi morali e i soldi li usano per altri scopi. Forse quando verranno usati per pagare Sky, ci si accorgerà che il problema è proprio che esista l’8 per mille.
Ma quindi tu cosa preferiresti vedere? Una Chiesa Pastafariana finalmente riconosciuta, o uno Stato veramente laico?
Sicuramente la seconda. Ma come dicevamo, è un cammino progressivo. Non credo che vivrò abbastanza a lungo da vederla, la prima sarebbe già un risultato.
Ok, a me questa cosa è chiara. Ma non pensi che qualcuno potrebbe fermarsi al fatto puro e semplice che “volete la grana”? Non hai paura che la vostra pretesa di serietà, per quanto celi uno scopo alto, finisca per screditarvi?
Le nostre richieste nascono per mettere in luce un problema, un paradosso. Il paradosso dovrebbe portare al pensiero e il pensiero al dialogo. Se qualcuno si ferma al paradosso ci dispiace, ma è nella natura del paradosso portare a farsi delle domande.
Quanti sono i Pastafariani?
Tesserati alla CPI ed attivisti, circa 300. Gli iscritti al Registro Online dei Pastafariani sono più o meno 10.000. Nel mondo? Milioni. Miliardi. Un po’ tutti. Pastafariani ci si “riscopre” quando ci si inizia a porre dei problemi.
E quindi, in definitiva, ci siete o ci fate?
Ci facciamo, ci facciamo tantissimo. Ma ci siamo anche. In tre parole, poliedrici nella follia.
– Luca Pappalardo –