Dopo la prima intervista concessaci, a suo tempo, in merito alla creazione del gioco di ruolo ispirato a ‘Dragonero’ (trovate qui il video), Stefano Vietti è di nuovo ospite delle nostre assolate coste. Per chi lo conosce, Vietti non ha bisogno di presentazioni, ma noi ci sentiamo in dovere di farle comunque: classe 1965, in Bonelli dal 1995, ha all’attivo sceneggiature per ‘Nathan Never’ e ‘Martin Mystère’, solo per citare i più celebri; gli appassionati di fantasy, però, non possono non conoscerlo dal 2007, anno in cui, collaborando con Luca Enoch e Giuseppe Matteoni, diede alle stampe il primo romanzo a fumetti dedicato a Dragonero. Le avventure dell’ombroso Ian Aranill, dell’amico orco Gmor e dell’elfetta silvana Sera ottengono uno straordinario successo, al punto da rendere introvabili le copie cartacee e da portare al lancio, sei anni dopo, della serie a fumetti edita mensilmente da Bonelli. Chiuse le presentazioni, diamo la parola al nostro ospite.
Salve Stefano, e bentornato su Isola Illyon. In questa breve intervista vorremmo analizzare il passato, il presente e il futuro di ‘Dragonero’, sconfinando, se necessario, anche al di fuori del regno dei fumetti. Iniziamo dal passato: sappiamo che i primi concept per le storie che stiamo leggendo risalgono addirittura al 1995. Come è nata l’idea e quanto è stato difficile portare alla sua affermazione nella Casa editrice?
L’idea è nata in uno scambio di pensieri sul fantasy tra Luca Enoch e me durante una cena “lucchese” proprio nel 1995, al nostro ingresso come autori nella Sergio Bonelli Editore. Nel tempo Luca ed io ci siamo tenuti in contatto per svilupparla fino a creare quello che poi sarebbe divenuto il dossier del progetto Dragonero. Quando presentammo alla Bonelli il concept dei Romanzi a fumetti si creò lo spazio per tentare una prima storia del personaggio, inserita in quella collana… e così accadde… Nel 2003 iniziammo a lavorarci e nel 2007 uscì in edicola la prima avventura come Romanzo a Fumetti (albo che ha ventuto 50.000 copie, da tempo esaurito e che verrà ristampato in una nuova edizione tutta a colori prevista per Lucca 2015).
Quali sono state le principali fonti di ispirazione per creare questo universo? Che ruolo hanno avuto – se lo hanno avuto, beninteso – i giochi di ruolo nell’ideazione delle storie di Ian Aranill e dei suoi compagni di avventura?
La storia del nostro mondo. I suoi miti e le sue leggende. Ecco le due principali fonti di ispirazione. I giochi di ruolo hanno avuto in verità un “ruolo” minimo… almeno all’inizio, nella fase creativa. La mia esperienza come master e giocatore mi ha invece aiutato poi nello sviluppo di certe avventure e nella conoscenza delle rielaborazioni fantasy ruolistiche di luoghi e creature fantastiche.
Anche se in passato la Bonelli ha pubblicato storie “fantastiche” in un senso più ampio, ‘Dragonero’ è la prima serie squisitamente, volutamente e dichiaratamente fantasy. Qual è stato e qual è, attualmente, il riscontro del pubblico? Siete soddisfatti?
Siamo molto soddisfatti del riscontro. Il pubblico si è appassionato ai personaggi e al loro mondo in crescendo, così come il nostro amico e collega Antonio Serra aveva previsto anni fa: “Partirete lenti, come si conviene ad una storia fantasy e crescerete nel tempo, perché avete creato un mondo che appassionerà i lettori strada facendo sempre più.” Così sta avvenendo.
Recentemente abbiamo parlato delle novità attese per il 2015. Senza rovinare la sorpresa ai lettori, c’è qualche altra anteprima particolarmente intrigante che puoi rilasciare? Quale sarà, più in generale, l’evoluzione di Ian e della serie? E soprattutto: rivedremo presto dei draghi?
Stiamo preparando un “giro di boa” per la serie con l’arrivo di un nemico implacabile che cambierà molte cose… naturalmente con Draghi al seguito! Nel frattempo è prevista la ristampa del Romanzo a Fumetti del 2007 tutto a colori, un Magazine del Fantasy sempre a colori, uno speciale team up Dragonero-Zagor a colori (disegnato da Walter Venturi e in arrivo a luglio) e il secondo romanzo di Dragonero (ed. Mondadori) stavolta scritto da Luca Enoch e in arrivo per Lucca 2015.
Personalmente ho molto apprezzato l’inserimento di spin-off dedicati a personaggi secondari, ma non meno affascinanti dei protagonisti, magari in chiusura di albi doppi. In futuro ne vedremo di nuovi? Ci saranno interi volumi dedicati a personaggi diversi dal Romevarlo e dalla sua tipica compagnia?
Gli spin-off ci saranno sempre… sono azzeccati per due motivi: ci aiutano a completare certe storie dedicando spazio a personaggi interessanti che altrimenti non avrebbero nelle trame regolari, e ci consentono di inserire dettagli del nostro mondo visti dal punto di vista non dei protagonisti. Stiamo ragionando su due albi extra annuali che raccontino due aspetti del nostro mondo che riteniamo fondamentali: il passato dei Varliedarto e il periodo delle guerre di unificazione dell’Impero. Entrambi gli albi darebbero alla saga un aspetto epico leggendario. E questa è una anteprima in esclusiva per voi!
Grazie mille per questa succosa anticipazione! Ma andiamo avanti: oltre a curare soggetto e sceneggiature della serie a fumetti, sei autore del primo romanzo in prosa dedicato a Ian, edito da Mondadori a ottobre dell’anno scorso. Che differenza c’è tra scrivere da soli e lavorare con un team? Hai avuto difficoltà nel passaggio dallo sceneggiare tavole e vignette al narrare direttamente l’azione dei personaggi?
La scrittura del Romanzo è solitaria rispetto alle sceneggiature per i fumetti, che invece vanno scritte pensando al disegnatore che dovrà disegnarle e dunque rappresentano un lavoro di sinergia. Io però amo scrivere… mi interessa la storia in sé, non il mezzo che la conterrà… e dunque non ho trovato il passaggio tra sceneggiatura e prosa troppo brusco. Avevo già in mente però da anni uno stile, una prosa, un modo di raccontare… complici certe mie personali riflessioni sulla scrittura in anni di lavoro. I lettori hanno gradito molto.
Il romanzo ha avuto un successo inatteso ma ampiamente meritato. Pensi che in Italia il fantasy sia un genere ormai sdoganato, o si è solo allargata la “nicchia” dei fruitori?
Il fantasy è sdoganato eccome… dovremmo smetterla di porci il problema. E comunque il problema, quello vero, è sempre la buona scrittura, indipendentemente dal genere. Sono sempre le storie a fare la differenza. E sono i personaggi a dominare le storie e a restare nel cuore dei lettori. Servono allora bravi autori con belle storie e personaggi azzeccati… niente altro. Oh, sì… qualche editore che ci creda davvero…
Concludiamo qui questa panoramica su ‘Dragonero’, ringraziando Stefano Vietti per la sua gentilezza e disponibilità e augurandoci di riaverlo presto sulle nostre spiagge! Nel frattempo, continueremo a seguire passo passo l’evoluzione della saga, quali che siano i media su cui proseguirà! Un grande in bocca al… drago per tutto il team da Isola Illyon!
– Stefano Marras –