Ehi isolani come butta? Vi godete il sole sotto le palme? State gustando il barbecue del nostro drago di bronzo? Un bel grog fresco fresco di cambusa? Oppure torniamo a questa triste e bieca realtà che vi vede annoiati, sbuffanti, nell’ennesimo noioso giorno di lavoro? Nah… Non siamo mica qui per intristirvi. Quindi meglio la nostra fantastica isola, ubicata dopo la prima stella a destra. Inutile che sto a darvi indicazioni, tanto la strada la conoscete bene. Ad ogni modo, prima di rientrare sull’isola per godervi il barbecue e il grog, fate un salto dalla fumetteria di fiducia: non vorrete mica annoiarvi sotto il sole cocente, vero? Ci vuole una bella lettura, e quale potrebbe abbinarsi al meglio con il grog e con il barbecue draghesco? Beh… boh. Non lo so. Che lo chiedete a fare a me? Come? L’articolo? Ah già, sì, giusto, giusto (*suono di grog tirato su con la cannuccia dalla noce di cocco*). Vabbè, la butto lì, così. Beowulf? Ci sono i mostri, ci sta l’alcol, ci sono i Vichinghi… che volete di più? Che? Il grog è piratesco? Oh, e come siete pesanti però…
EROI FUORI DAL NORMALE
Vabbe’, il Grog ormai me l’avete fatto rimanere sullo stomaco, quindi ora vi sorbite la recensione, volenti o nolenti. Voi direte “Ok… è Beowulf… cosa vorrai raccontare?” e io vi rispondo “AVETE ROTTO LE P… ehm… volevo dire…Fate attenzione alle PALME che sono fragili, e se mi date un attimo vi spiego di cosa stiamo parlando”.
Beowulf è l’ultima graphic novel ad opera di David Rubìn, che si distingue già giovanissimo all’interno della nona arte. Dopo aver frequentato con profitto la scuola di Antonio Failde, lavora sin da subito come animatore-illustratore, e il successo non tarda ad arrivare. Nel 2006 il poetico “Dove nessuno può arrivare” gli vale il premio come miglior autore rivelazione al “Salone del Fumetto di Barcellona”, e già da questa opera prima è possibile intravedere il potenziale di questo portentoso autore. La Graphic Novel in questione presenta il tratto caratteristico di Rubìn, che potremmo definire a grandi linee un mix romantico tra la tragedia greca, il dramma esistenziale degli (anti)eroi di Alan Moore e l’amore sfiorato ma mai raggiunto de “La solitudine dei numeri primi” di Giordano, stile esaltato e rafforzato dai silenzi e dalle inquadrature introspettive di Achille, il pugile protagonista di questa Odissea contemporanea. La casa editrice Tunuè fiuta il suo eclettico talento, accogliendo questo mecenate contemporaneo sotto la sua ala protettiva, e distribuendo in seguito tutti i suoi lavori. Ma la trafila di successi continua con “la Sala da tè dell’orso malese”, raccolta di storie a fumetti che dopo 4 nomination tra “Miglior opera nazionale”, “Miglior sceneggiatura”, “Miglior disegno” e “Autore rivelazione”, vince quest’ultima voce sempre al Salone di Barcellona, portando Rubìn a concorrere come finalista durante la prima edizione del “Premio Nazionale per il fumetto”. Anche in questa opera lo stile e la delicatezza dell’autore si fanno sentire, con un tocco un po’ più “Ghibli” dato da creature antropomorfe, eroi caduti e amori che vanno e che vengono. Vi consiglio vivamente, se potete, di leggere almeno la prima storia, “Dietro il bancone”, che parla di una love story surreale tra un supereroe in pensione e una gorgona spinta dalla mano dell’orso malese. Atmosfere sognanti e zero stereotipi sono quasi un marchio di fabbrica di Rubìn, che non smette mai di far sognare. Sarà riuscito quindi a fare lo stesso con Beowulf?
BEOWULF
Per chi fosse a digiuno di narrativa epica (o non ha mai visto neanche un’opera dedicata e\o ispirata… e vi assicuro, sono TANTE), la storia del nordico Beowulf è inquadrabile come l’antesignana dei fumetti sui supereroi. Uno dei più antichi poemi ritrovati in inglese arcaico, narra le vicende di un uomo che per fama e gloria decide di aiutare un re a liberare le sue terre da una creatura mostruosa che minaccia i villaggi circostanti. Dato che nessuna arma è in grado di scalfirlo, il nostro prode decide di avventurarsi in tale missione a mani nude. Non posso dilungarmi oltre poiché, per chi non lo conoscesse, deduco vi sia un gusto in più nel leggere la storia, che per quanto semplice e in parte scontata oggi, va vista nell’ottica di eoni fa in cui queste trame erano effettivamente ciò che per noi oggi sono i fumetti o i libri fantasy. Passerò quindi a dirvi cosa ne penso io: premetto che per forza di cose, cioè il fatto di confrontarsi con una storia per così come è, ritengo che questo lavoro si distacchi in parte dai precedenti di Rubìn: la decisione quindi è quella di narrare una storia (con i testi di Santiago García), non di stravolgerla – tutt’al più di sviscerarla. Beowulf va preso per quello che è: la classica storia del bene contro il male. Ma – c’è un ma: il male di cui si parla non è solo esterno, ma anche all’interno dei personaggi. L’eterna dicotomia tra il bene e il male (cit.), così come quella tra passato e presente, gloria e miseria, viene narrata tramite le piccole vignette che si susseguono pagina dopo pagina, raccontando una storia di grandi eroi ma anche di piccoli uomini, che cercano, nel grande scontro, l’immortalità che la carne non può concedergli. Infatti “l’oro si consuma, la vita finisce, solo la gloria è eterna”. La graphic novel scorre veloce, così come il sangue e le vignette. La storia è narrata magistralmente, in particolar modo nelle vignette mute, in cui a far intuire cosa succede sono le percezioni sensoriali dei personaggi. Ovviamente le pagine che mozzano il fiato sono quelle degli scontri, mostrando la vera natura dei personaggi: umani e non, eroi o meno, la via per la gloria sta nella morte. In conclusione isolani vi dico: se volete sorseggiarvi il grog, e leggere una storia impegnata il giusto ma visivamente bellissima vi raccomando Beowulf. Devo ammettere che da Rubìn mi sarei aspettato qualcosa di “diverso” ma, come ho detto, qui è disegnatore non regista. Ha deciso di raccontare una storia epica e l’ha fatto in modo epico. Detto questo, cari isolani, io torno al mio grog… posso? O avete altre domande? E le braciole di Chocobo sono finite?
– Andrea Fabiano –
Beowulf di David Rubìn – Recensione
Isola Illyon
- Sempre epico;
- I disegni di Rubìn sono magistrali;
- Personaggi ben caratterizzati;
- Si rischia di rimanere un po' delusi, visti i precedenti dell'autore;