Ah, le notti d’Oriente, immerse nel blu… non credo affatto di sbagliarmi, nell’affermare che una buona fetta di voi lettori di Isola Illyon sia cresciuta poppando copiosamente e a pieni polmoni dalla tetta arabeggiante di un capolavoro dell’animazione quale Aladdin. Compreso chi vi scrive, ovviamente (e in differenti lingue straniere!). I vicoletti stretti e claustrofobici di Agrabah, con la sua sabbia, le sue bancarelle e la schifosamente esagerata opulenza dorata di quel palazzo reale sarebbero poi tornati alla ribalta anni dopo, grazie alla saga videoludica di Prince of Persia, compresi recenti re-boot e trasposizione cinematografica che – massì, dai, ammettiamolo pure – non faceva poi così tanto cagare, anzi. Ma se vi dicessi che un eccellente autore iberico ha realizzato una graphic novel così onirica, così magnetica, matura e così colorata da far vacillare in voi il ricordo stereotipato dell’oriente disney-persiano? Bueno, damas y caballeros (per entrare nel mood spagnoleggiante del disegnatore… olè!), scopriamo insieme I Racconti dell’Era del Cobra, di Enrique Fernández!
Quando si comincia a leggere qualcosa dal nome altisonante di graphic novel, le aspettative del lettore sono inesorabilmente alte. Pensi graphic novel e ti aspetti un’opera fatta e finita, un microcosmo autosufficiente dove l’abilità narrativa dello sceneggiatore si intreccia alla perfezione con le capacità artistiche dell’illustratore: ogni singola tavola è pensata al minimo dettaglio, ogni angolo e scorcio hanno vita propria e un taglio registico apposito, ogni cosa, dalla singola battuta di un dialogo racchiusa in un piccolo balloon bianco, agli elementi sullo sfondo celano all’interno il meticoloso mistero della loro esistenza.
No, non ci siamo fumati gli eucalipti a colazione, tranquilli. Ma è giusto chiarire questa premessa: in una graphic novel ogni pannello – e ogni pennellata – sono come un ingranaggio colorato di un grande orologio, e l’efficienza nel girare e interagire tra di loro farà la differenza tra un lavoro anonimo, uno “simpatico” o un capolavoro. Enrique Fernández sa come far girare i suoi ingranaggi alla perfezione.
Lo spagnolo, classe ’75, omaggiato recentemente con il Romics d’Oro 2014, è forse una matita poco conosciuta in Italia ma non altrettanto all’estero, dove, con le sue prime pubblicazioni (El Cid, 2003, Il Mago di Oz, 2005-2006, Nocturna, 2007), e con La Isla Sin Sonrisa, del 2009 riscuote un discreto successo, tanto da fare il botto, nel 2012, con la campagna di crowdfounding per Brigada, raccogliendo qualcosa come 50.000 euro. Per nostra fortuna, la casa editrice Tenué sta via via inserendo, all’interno del suo catalogo, i lavori del disegnatore originario di Barcellona.
I Racconti dell’Era del Cobra: una pirtotecnica storia d’amore, riscatto e rivoluzione
È il quinto anniversario della “Notte dei Fuochi”. Una maschera teatrale introduce noi e una piccola folla al suo spettacolo. Ora, vi chiedo: può, una graphic novel, che fa velatamente eco alle Mille e una Notte, non cominciare con una storia d’amore? Non può e, infatti, sin dall’inizio della lettura ci vengono presentati i suoi protagonisti principali: Irvi, la scimmia, istrionico e acrobatico furfantello dal cuore puro come l’acqua di una cascata pluviale, e Sian, la sua bellissima e dolcissima donna, figlia sfortunata di una stronzissima famiglia di mercanti itineranti. Ciò che fa da starter alla narrazione è un qualcosa vecchio come il cucco: Irvi e Sian sono legati da un sentimento vero, e vogliono copulare come due scimmiette in calore, sia perché si amano alla follia, e sono tanto felici insieme, sia perché la stronzissima famiglia di mercanti di cui sopra ha deciso di vendere quella perla della propria figlia alla “casa delle principesse”, alveare di vergini in attesa che un principesco compratore ne faccia la propria moglie-soprammobile. Fate 2+2, se Sian non fosse più vergine non potrebbe essere venduta, problema risolto. Fosse così facile… Sfiga vuole che i due vengano scoperti, la ragazza rinchiusa, e i tentativi di Irvi di salvarla (“stanotte, Sian, stanotte”), falliscano tutti miseramente. Separatisi per sempre, col cuore spezzato e i sogni infranti, non si ritroveranno mai più, e le lacrime di Sian splenderanno al chiarore della Luna come stelle del firmamento. Da qui in poi, prenderà il via una serie di eventi che coinvolgerà personaggi di ogni tipo. Battaglie, polvere da sparo, sortilegi magici e quant’altro… La folle dittatura del Re Cobra scenderà sui Sette Regni, ma non avrà fatto i conti con Maluuk, il cazzutissimo nano artista di teatro, tornato dall’esilio per il suo ultimo spettacolo: la rivoluzione.
Non mi va più di tanto di spoilerarvi altra trama del Cobra. Anzi, non mi va affatto. Le vicende scorrono via così bene che sarebbe un delitto farlo. In un centinaio di pagine, Fernández riesce a condensare alla perfezione una storia che a tratti vi appesantirà, a tratti vi solleverà il cuore, dando ad ogni “attore” la giusta profondità psicologica e il giusto peso, caratterizzandolo a dovere e rendendolo, come dicevamo prima, un meccanismo oliato degli eventi.
A proposito di pagine, e di tavole, così come proverete all’istante empatia per gli scapestrati che vi si muovono, lo stile dell’illustratore è qualcosa con cui entrerete in sintonia sin dalle prime sequenze. Morbido e spigoloso allo stesso tempo, tridimensionale, in una parola sola cartoonesco: vedrete i personaggi e le ambientazioni prendere vita sulla carta come se volessero schizzare fuori dalla pagina, complice anche l’azione frenetica che si susseguirà davanti ai vostri occhi. I Racconti dell’Era del Cobra alterna, con eccellente sapienza narrativa, i silenziosi momenti magici alle accecanti esplosioni, gli inseguimenti ai flashback, l’ironia centellinata al punto giusto al sangue delle battaglie, il sesso (decisamente soft, e mai invadente o eccessivo), alle lacrime amare dei protagonisti. Un cielo gradato di arancio, velato da nuvole, o la nera notte del deserto, la ricchezza del palazzo reale o la pioggia che cade sui bassifondi della città e arriva ad allagare il rifugio segreto di Irvi, vi cattureranno e riempiranno gli occhi di meravigliose gradazioni di colori; vi ritroverete immersi nella novel dalla prima all’ultima pagina, quasi poteste sentire ciò che accade, desiderosi di scoprire, in un crescendo finale, se ci sarà un lieto fine alle tribolazioni di Irvi e Sian, se Cobra si redimerà e diventerà un cucciolone amato da tutti, se Maluuk avrà la sua vendetta, manco fosse Massimo Decimo Meridio… perché questa è una storia che comincia con un sorriso e un tenero bacio, e si conclude… scopritelo da soli, non ne rimarrete delusi.
– Mario Venezia –